
Il 2 febbraio 2023 la Bce ha alzato nuovamente i tassi di interesse, portandoli al 3 per cento per quanto riguarda il tasso base. E non è finita: una nuova analoga stretta è attesa per la riunione di Marzo.
Tassi Bce, quanto saliranno ancora?
Nella riunione del 2 febbraio la Bce ha alzato i tassi base di mezzo punto base, annunciando un aumento analogo per il prossimo marzo. Aumento che potrebbe non essere l’ultimo, dato che l’istituto di Francoforte pensa ad “aumenti costanti” nel corso dell’anno fino al raggiungimento della soglia di inflazione al 2 per cento (al momento ancora molto lontana).
I tassi di interesse salgono dunque al 3 per cento per il tasso base, al 3,25 per cento per le operazioni di rifinanziamento marginale e al 2,50 sui depositi, a partire dal prossimo 8 febbraio. Contemporaneamente, l’acquisto di titoli di Stato (quantitative easing) si ridurrà di 15 miliardi ogni mese almeno fino a giugno.
Quale mutuo preferiscono oggi gli italiani? “Sebbene, in questo momento, molti istituti siano restii ad offrire condizioni aggressive sui prestiti a tasso fisso, questa tipologia di mutuo continua ad essere quella più frequentemente richiesta dalla clientela. Dall’inizio del movimento al rialzo dei tassi a partire dallo scorso luglio, inoltre. formule ibride come quelle dei mutui a tasso misto, mutui variabili con rata fissa oppure con cap, sono per così dire “rinati” e vengono preferiti da molte famiglie per ottenere finanziamenti a prezzi più bassi e più stabili per un primo periodo di anni (nel caso del tasso misto), oppure per proteggersi dall’attuale incertezza (nel caso dei finanziamenti a rata costante e durata variabile)”.
Tassi Bce e mutui, lo studio di Fabi
Fabi ha pubblicato uno studio nel quale si evidenzia come le famiglie italiane con un mutuo casa sulle spalle siano 3 milioni e mezzo. Nel corso del 2022, costoro pagano già rate raddoppiate per quanto riguarda i mutui a tasso fisso mentre per quanto riguarda quelli a tasso variabile vedono aumenti del 24 per cento mensile. Questo, si specifica, limitatamente ai nuovi mutui. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 43%
Quanto sono aumentati i mutui
Secondo l’analisi di Fabi, se i vecchi contratti a tasso fisso non hanno riscontrato, per forza di cose, alcun aumento, i mutui a tasso variabile sono cresciuti, come detto, del 43 per cento. Il che significa che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 715 euro ovvero 215 euro in più.
I nuovi mutui a tasso fisso invece sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 4% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche raddoppiate. Ad esempio un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro della durata di 25 anni (con tasso medio applicato dalle banche del 3,9%), richiede un rimborso mensile di 1.056 euro. Un mutuo per la metà del suo valore, ad un tasso del 3,7 per cento e per la stessa durata, costerà invece mensilmente 517, secondo la simulazione di Fabi.
I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.
Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine novembre, a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%).