
Un settore ancora stabile, seppur con percentuali di crescita più limitate e molto differenziato da città a città. Così si presenta il mercato immobiliare residenziale italiano nel 2023.
Ma in un contesto di inflazione e tassi in crescita, con Btp a 8 anni che rendono circa il 4% netto, cosa fare nel real estate?
Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), “la casa, storicamente, riesce ad attrarre gli investitori anche nelle fasi di aumento dell’inflazione perché rappresenta un investimento sicuro per i propri risparmi”.
Non tutte le città sono uguali. All’interno delle grandi città che hanno registrato rivalutazioni molto interessanti ci sono “Milano, che da almeno 10 anni sta continuando a investire in infrastrutture, innovazione e servizi per attrarre studenti e capitali da tutto il mondo, ma anche Torino, che in centro ha visto i prezzi crescere del 30% dal 2016 a oggi, mentre il trend positivo è meno marcato a Roma e a Napoli”. In generale, comunque, è meglio focalizzarsi “su zone centrali e semi centrali , oppure ancora meglio se attrattive dal punto di vista turistico al fine di poter praticare short rent, su zone universitarie o con un’elevata presenza di lavoratori fuori sede e su altre aree interessate da interventi di riqualificazioni e di recupero del territorio che quasi sempre si rivalutano nel tempo, non sempre la scelta è il rendimento (ovvero quanto si può ottenere dall’affitto, ndr), ma anche la rivalutazione futura attesa del valore dell’immobile.